
Come scegliere la RSA giusta: criteri, domande da fare e segnali da osservare
Mettere un genitore o un familiare in RSA è una delle decisioni più delicate che ci si trova a prendere.
Non è solo una questione di “posti letto” o di prezzo: in gioco ci sono la sua dignità, la qualità della vita quotidiana e anche la serenità di tutta la famiglia.
In questa guida vediamo insieme come scegliere la struttura giusta, quali domande fare al primo colloquio e quali segnali osservare durante la visita.
Prima di iniziare: chiarisci di cosa ha davvero bisogno il tuo caro
Prima ancora di fissare appuntamenti, prova a mettere nero su bianco:
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Situazione di salute
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Ha patologie complesse?
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Ha bisogno di assistenza infermieristica frequente?
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Sono presenti disturbi cognitivi (memoria, orientamento, demenza)?
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Livello di autonomia
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Cammina da solo, con bastone o deambulatore?
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Ha bisogno di aiuto per lavarsi, vestirsi, andare in bagno?
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Distanza dalla famiglia
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È importante che la RSA sia vicino ai figli o ai nipoti per visite frequenti?
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O è preferibile una struttura più distante ma meglio attrezzata?
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Budget familiare
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Qual è la retta massima sostenibile?
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Avete già verificato eventuali contributi e agevolazioni?
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Preferenze personali dell’anziano
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Vorrebbe restare nella zona in cui ha sempre vissuto?
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Preferisce una struttura grande e piena di attività o un ambiente più familiare?
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Questa “fotografia” iniziale ti aiuterà a selezionare le RSA più adatte, senza perdere tempo in visite inutili.
1. Posizione, dimensioni e primo impatto della struttura
Quando arrivi davanti alla RSA, ascolta le tue sensazioni: spesso il primo colpo d’occhio dice già molto.
Cosa osservare:
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Facilità di raggiungibilità
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Parcheggio vicino o fermate dei mezzi a pochi passi.
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Tempi di percorrenza da casa, dal lavoro e dagli altri familiari.
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Spazi esterni
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C’è un giardino o una terrazza dove gli ospiti possono uscire in sicurezza?
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Sono presenti panchine, ombra, percorsi senza barriere?
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Dimensioni della struttura
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RSA molto grandi possono offrire più servizi, ma risultare impersonali.
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RSA più piccole spesso sono più familiari, ma con meno reparti specialistici.
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Chiediti: “Mi vedo qui a venire in visita? Posso immaginare il mio caro che passeggia in questo giardino?”
2. Assistenza sanitaria e piano di cura personalizzato
Il cuore di una buona RSA è l’équipe sanitaria e il modo in cui viene costruito il progetto individuale per ogni ospite.
Punti da verificare:
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Presenza di medico (quante ore al giorno, quanti giorni alla settimana).
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Presenza di infermieri sulle 24 ore.
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Presenza di fisioterapisti, terapisti occupazionali, psicologo, logopedista.
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Modalità di gestione delle urgenze e dei ricoveri ospedalieri.
Domande utili:
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“Come viene definito il piano assistenziale del nuovo ospite?”
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“Ogni quanto viene rivalutato? Con chi ne parlate: solo tra operatori o anche con la famiglia?”
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“Come gestite il dolore, l’agitazione, l’insonnia?”
Una buona struttura non si limita alle cure “standard”, ma costruisce un percorso su misura, che segue l’evoluzione della persona.
3. La giornata tipo: orari, attività e libertà
Per capire se il tuo caro potrà sentirsi bene in RSA, è essenziale sapere come si svolge una giornata normale.
Chiedi che ti descrivano:
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Orari dei pasti, della colazione e delle attività principali.
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Come vengono organizzate igiene, alzata e messa a letto.
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La presenza di attività di animazione: musica, laboratori manuali, letture, giochi di gruppo, uscite.
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Possibilità di momenti individuali per chi non ama le attività di gruppo.
Alcune domande concrete:
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“Cosa fa di solito un ospite tra le 10 e le 12?”
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“Sono previste attività specifiche per chi ha problemi di memoria?”
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“Cosa succede se un giorno il mio papà non ha voglia di partecipare alle attività?”
Un buon segno è vedere persone impegnate in cose diverse: chi legge, chi chiacchiera, chi segue un laboratorio. Poche persone davanti alla TV non devono essere l’unica immagine della giornata.
4. Camere, spazi comuni, pulizia e sicurezza
Durante la visita entra, guarda con calma e annusa: sembra banale, ma l’odore di un ambiente spesso rivela molto sull’igiene e sulla cura.
Camere:
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Sono luminose?
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C’è spazio per qualche oggetto personale (foto, coperta, poltrona, piccoli mobili)?
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I letti sono regolabili elettricamente?
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Il bagno è facilmente accessibile, con maniglioni e ausili?
Spazi comuni:
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Ci sono sale relax, salottini, una stanza per le feste di compleanno o le ricorrenze?
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I corridoi sono illuminati e senza ostacoli?
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Sono presenti corrimano, pavimenti antiscivolo, sistemi di chiamata rapidi?
Pulizia:
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Pavimenti, bagni e tavoli sono in ordine?
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I cestini non sono traboccanti, i cattivi odori sono sotto controllo?
Sicurezza e comfort non sono “extra”: sono la base per vivere con dignità.
5. Come parlano gli operatori: il clima umano
Uno dei criteri più importanti, e spesso sottovalutato, è il modo in cui il personale si rivolge agli ospiti.
Osserva con attenzione:
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Gli operatori chiamano le persone per nome, si chinano alla loro altezza, spiegano cosa stanno facendo?
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Si sentono tono di voce calmo e parole gentili anche nei momenti di difficoltà?
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Noti fretta, nervosismo, commenti poco rispettosi?
Non esitare a fermarti qualche minuto in reparto (con il permesso della struttura) per ascoltare l’atmosfera:
se ti trasmette calore e rispetto, è un ottimo segnale.
6. Trasparenza su costi, contratto e servizi inclusi
Oltre all’aspetto umano, è fondamentale avere chiarezza su tutte le spese.
Chiedi sempre:
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Quanto costa la retta mensile e cosa comprende esattamente.
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Se ci sono supplementi per: pannoloni, fisioterapia, visite specialistiche, parrucchiere, podologo, trasporti.
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Modalità di pagamento, conguagli, aumenti annuali.
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Cosa succede se l’ospite è ricoverato in ospedale: la retta si riduce?
Domande concrete da fare:
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“Potete farmi avere un prospetto scritto con tutti i costi?”
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“Quali servizi sono garantiti ogni giorno e quali vanno richiesti a parte?”
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“È prevista una cauzione o una quota di ingresso?”
Porta a casa la documentazione e, se serve, confronta i costi con l’aiuto di un familiare o del tuo consulente di fiducia.
7. Domande da fare al primo colloquio
Per non dimenticare nulla, puoi portare con te una piccola lista.
Ecco alcune domande utili:
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Quanti ospiti ci sono e quanti operatori per turno?
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Come avviene l’inserimento del nuovo ospite? È previsto un periodo di prova?
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Posso venire in visita in quali orari? I nipoti piccoli sono ben accetti?
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È possibile portare mobili o oggetti personali in camera?
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Come comunicate con le famiglie (telefono, email, colloqui periodici)?
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Chi posso contattare in caso di urgenza la sera o nei weekend?
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Come gestite le persone con disturbi del comportamento o con demenza?
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Sono previsti momenti di confronto con i familiari (riunioni, incontri informativi)?
Segna le risposte e, alla fine, chiediti: “Mi sono sentito ascoltato? Hanno avuto tempo e pazienza per le mie domande?”
8. Segnali positivi e campanelli d’allarme
Segnali positivi
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Ospiti curati nell’abbigliamento, pettinati, con abiti puliti.
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Ambienti ordinati, decorati con foto, disegni, cartelloni con le attività del giorno.
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Operatori presenti e visibili, non chiusi in ufficio.
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Direzione disponibile al dialogo, che non minimizza i problemi ma spiega come li affronta.
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Familiari che, mentre escono, si fermano a salutare il personale con confidenza e cordialità.
Campanelli d’allarme
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Odore forte e persistente di urina o di chiuso.
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Ospiti parcheggiati nei corridoi o davanti alla TV, senza interazioni.
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Personale che parla tra sé, ignorando le persone.
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Risposte vaghe a domande su costi, personale o gestione delle emergenze.
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Difficoltà a fissare una visita o a parlare con la direzione.
Se qualcosa “stona” e non ti convince, prendilo sul serio: è un segnale importante.
9. Coinvolgere il tuo caro nella scelta
Quando possibile, è prezioso coinvolgere la persona anziana:
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Portala a visitare almeno una struttura.
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Chiedile, con semplicità:
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“Come ti senti qui dentro?”
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“Ti piace questo giardino? Ti immagini a pranzare in questa sala?”
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Rispetta i suoi timori e le sue resistenze: spesso dietro c’è la paura di “essere abbandonati”.
Non sempre sarà possibile avere un suo consenso pieno (soprattutto in caso di gravi deficit cognitivi), ma anche un piccolo spazio di ascolto può fare la differenza.
10. Dopo le visite: come confrontare le RSA
Dopo aver visto 2–3 strutture:
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Prenditi un momento tranquillo, magari con gli altri familiari.
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Per ogni RSA, scrivi i pro e i contro su questi aspetti:
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Vicinanza e facilità di visita.
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Clima umano percepito.
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Condizioni degli spazi.
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Servizi sanitari e riabilitativi.
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Chiarezza su costi e contratto.
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Chiediti:
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“Dove mi sento più tranquillo a lasciare il mio caro?”
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“In quale struttura immagino più sorrisi e meno solitudine?”
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Spesso la scelta migliore è quella che tiene insieme rationalità (assistenza, costi, vicinanza) e pancia (sensazioni, fiducia, umanità).
Domande frequenti
Quante RSA è meglio visitare prima di decidere?
In genere è utile visitarne almeno due o tre.
Vedere strutture diverse ti permette di capire cosa ti piace di più e cosa assolutamente non vorresti.
È meglio scegliere una RSA vicino a casa?
Se possibile sì, perché facilita le visite frequenti e la collaborazione con il personale. Tuttavia, a volte una struttura leggermente più lontana può offrire servizi più adatti alle condizioni di salute del tuo caro. Vale la pena valutare entrambe le cose.
Come capisco se il mio genitore si sta trovando bene?
Nelle prime settimane osserva:
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Se appare più sereno, pulito, curato.
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Se ti parla di qualcuno (un operatore, un altro ospite) con simpatia.
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Se mangia e dorme meglio rispetto a casa.
Parla anche con gli operatori: possono raccontarti come si inserisce nella giornata e nelle attività.
E se provo un forte senso di colpa?
È una reazione molto comune. Ricorda che scegliere una RSA non significa “abbandonare”, ma cercare il luogo più sicuro e competente dove il tuo caro possa essere seguito ogni giorno.
Il tuo ruolo resta fondamentale: le visite, le telefonate, le piccole attenzioni mantengono vivo il legame e danno senso al lavoro della struttura.
Scegliere la RSA giusta richiede tempo, domande e un po’ di coraggio nel fidarsi delle proprie sensazioni.
Se stai leggendo queste righe, però, significa che ti stai prendendo davvero cura del tuo familiare: è già il primo, grande passo nella direzione giusta.